- La Società degli Ignaziani è Tradizionale perché la Società degli Ignaziani è Cattolica.
La Tradizione Cattolica è l’identità Cattolica perché “attraverso la Tradizione ‘la Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita, e nel suo culto perpetua e trasmette ad ogni generazione tutto cio’ che è…’” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 78, citazione del Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 8, 1).
- Di conseguenza, gli Ignaziani sostengono:
- Per prima cosa, il nocciolo della Tradizione Cattolica
- In termini teologici tecnici, il “nocciolo” si riferisce a:
- Gli Ignaziani difendono la tradizione divina, la tradizione divino-apostolica, e la tradizione ecclesiastica
- come esse sono state conservate e trasmesse dalla Chiesa Cattolica nel suo insieme,
- sia tramite il “sensus fidei” dei fedeli che tramite l’insegnamento del Magisterium che dovrebbe essere, per poter essere autentico, un magisterium tradizionale
- tramite gli strumenti delle professioni della Fede Cattolica (le diverse istanze del Credo), la liturgia sacra, il consenso nelle scritture dei Padri della Chiesa, gli atti dei martiri, e i monumenti archeologici.
- In termini teologici tecnici, il “nocciolo” si riferisce a:
- Per prima cosa, il nocciolo della Tradizione Cattolica
- In secondo luogo, tutto quello che circonda, esprime, e protegge questo nocciolo.
- Perciò, gli Ignaziani vigilano sensibilmente sulle tradizioni dei nostri antenati Cattolici che esprimono la grande Tradizione negli antichi riti liturgici, nella teologia, spiritualità, arte, musica, architettura e le altre arti e tanti bei costumi della pietà popolare.
“Il valore della tradizione per il corpo sociale è immenso. La venerazione per pratiche, o per autorità, consacrate da una lunga accettazione, ha una riserva di forza che non puo’ essere ottenuta da nessun nuovo dispositivo.” (Contrammiraglio Alfred T. Mahan, National Review, March 1902)
- Gli Ignaziani sono con la Tradizione Cattolica perché funziona come criterio infallibile di interpretazione per decidere se una teoria è Cattolica o meno. La Tradizione gioca il ruolo di “regola di fede” (regula fidei) perché “essa precede le Scritture per tempo, conoscenza ed estensione. E’ diversa dalle Scritture (…) perché non solo è una regola remota [criterio], ma prossima e immediata” (Cardinale Louis Billot, De immutabilitate traditionis contra modernam haeresim evolutionismi).
- Gli Ignaziani sostengono la Tradizione come Stella Polare perché essa sola dà la possibilità agli uomini di pensare e vivere coerentemente e con agio la loro identità Cattolica. Per i Cattolici, la Tradizione è “la pretesa di trasmettere informazioni che sono garantite divinamente e che riguardano l’intera realtà e il centro stesso dell’esistenza umana”. (Josef Pieper, Tradition, 49)
- La Società degli Ignaziani è tradizionale perché è l’unico modo per essere ultra moderna poiché la Tradizione Cattolica ‒ le verità eternamente valide della Fede Cattolica e della Legge Naturale ‒ “è la sola cosa che libera l’uomo dalla schiavitù degradante di essere figlio di questa epoca” (G. K. Chesterton, Perché Sono Cattolico). La Tradizione dà la libertà ai Cattolici di essere Cattolici, togliendo loro le catene del progressivismo, del conservatorismo, e del falso tradizionalismo, e soprattutto, del Modernismo sia come culto dell’era moderna che come eresia.
- Siamo tradizionali perché da un punto di vista puramente pragmatico, la storia prova continuamente che il Cattolicesimo è fiorito laddove l’amore per la Tradizione ha prosperato. La Tradizione permette agli uomini di essere quei rivoluzioni che, a parte quelli del 1517, 1789, 1917, e 1968 hanno costruito una cultura, una società, una civiltà di verità autentiche, di bontà, d’amore, e di bellezza poiché l’hanno fondata sulle verità della Legge Naturale e della Fede Cattolica. I cattolici come Re Luigi IX di Francia, statista straordinario, Abbot Suger, “Padre del Gotico”, Palestrina, maestro di polifonici ed altri innumerevoli.
- Gli Ignaziani amano la Tradizione perché la Tradizione ci permette di essere controrivoluzionari, di opporci all’improvvisa e violenta imposizione al cambiamento da parte delle elites sulle masse, a discapito di verità eternamente valide e di costumi collaudati che rappresentano l’ordine sociale autentico in cui l’uomo puo’ trovare un ambiente in cui prosperare.
- Gli Ignaziani sanno che vivere secondo la Tradizione è il motore del progresso genuino per gli individui e per la società: “Tutti gli uomini nella storia che non hanno fatto nulla con il futuro hanno avuto il loro sguardo fisso verso il passato.” ( G. K. Chesterton, Cosa C’è di Sbagliato nel Mondo))
- Gli Ignaziani sono Amanti della Tradizione perché amano la Verità:
“Chiaramente non stiamo trattando qualcosa di nuovo, con evoluzione e metamorfosi. E’ una questione di preservare con tutti i cambiamenti l’identità di qualcosa che si pressupone pre-esistente, contro il passare del tempo e a discapito di esso. Tutto in una volta gli slogan sono fondamentalmente diversi. Invece di un “nuovo modo per guardare le cose” e “progresso”, sentiamo, “La Parola che ancora lasceranno rimanere.” Uno resiste con passione ad “un altro Vangelo” (II Corinti 11:4).” (Josef Pieper, Tradizione)
- Venerare la Tradizione è un atto di modestia alla presenza della storia (per parafrasare Chateaubriand)./li>
È la predisposizione ad imparare dagli avi spirituali, da tutti gli uomini e da tutte le donne veramente grandi del passato.
“È ovvio che la tradizione sia la sola democrazia estesa nel tempo. Vuol dire dare fiducia ad un consenso di comuni voci umane piuttosto che ad un qualche registro isolato o arbitrario….La tradizione significa dare fiducia alla più oscura di tutte le categorie, i nostri antenati. E’ la democrazia dei morti. (G. K. Chesterton, Ortodossia, cap. 4)
- La Società degli Ignaziani onora la Tradizione perché onora i nostri avi, la loro saggezza, la loro creatività, il loro amore./li>
Gli Ignaziani riconoscono che la Tradizione libera il “potere della gratitudine” (Gabriel Marcel); che essa è l’educatrice di un cuore sensibile verso i nostri avi spirituali ‒ il loro spirito, la loro intelligenza, il loro amore, le loro conquiste ‒ e spesso eroismo.
- Gli Ignaziani riconoscono che la Tradizione sia la Visione del Mondo con gli Orizzonti più Antichi
La Tradizione nel suo significato più ampio è un modo di guardare la realtà, uno stile di pensiero che ha caratterizzato molte delle più straordinarie menti della storia come Platone, Aristotele e Cicerone fino a Confucio.
- La Mentalità Ignaziana Tradizionale è una Mentalità Cosmopolita: Tutte le Razze, Tutte le Terre ‒ Nessuna Eccezione.
Vasti sono gli orizzonti della Tradizione, che si estendono attraverso i millenni fino a Nostro Signore Gesù Cristo e ai suoi Apostoli e oltre di loro a tutto cio’ che è vero e bello nella storia della Chiesa, che sia ad oriente o ad occidente. In effetti, la gloria e la gioia ignaziane devono essere eredi di quattro millenni di conquiste gloriose compiute da uomini e donne dotati di genio ed eroismo, a cominciare dalla grandezza degli avi spirituali tra cui i nostri antenati Giudei, i Patriarchi e i Profeti.
- Gli Ignaziani sanno che la Tradizione è la sola difesa contro l’assalto della Dittatura del Relativismo e delle utopie moderne
“La sola ragione per cui siamo ancora in vita è la nostra incoerenza nel non aver davvero zittito tutta la tradizione” (Gerhard Krüger, Geschichte und Tradition))
“Di fronte allo storico liberale che gioisce istericamente della fortuna di bagnarsi nel fiume Lete [mitico fiume dell’amnesia] al fine di lavare via ogni memoria di religione, filosofia, e poesia e poi camminare sulla riva nudo come il primo uomo, egli risponde esprimendo un giudizio decisivo: ‘La Libertà ottenuta dimenticando è vacua’.” (Josef Pieper, Tradition, 2010, p. 67)
- Per gli Ignaziani la Tradizone è il faro che identifica “i nostri nuovi vecchi Nemici”
“Penso che possiamo giovare,” scrisse il Luogotenente-Colonnello Ralph Peters, “dello studio dei testi classici come mai prima. L’apparente civilizzazione, cosi recente e fragile, viene attualmente spogliata da gran parte del mondo. I vecchi problemi sono i problemi di oggi – e di domani. Se vogliamo sapere ‘Chi è il nostro nemico?’ dobbiamo guardare dentro.” (Ralph Peters, Lines of Fire: A Renegade Writes on Strategy, Intelligence, and Security, 2011, p. 53)
Per guardare dentro, tuttavia, abbiamo bisogno di una guida sicura con una luce abbastanza forte. Abbiamo bisogno di qualcosa in più dei meri fatti o della mera moralità. Dobbiamo avere il senso completo per il cosmo, per l’esistenza dell’uomo sulla terra, e dello scopo di tutta l’attività umana. Solo la Tradizione Cattolica risponderà coerentemente a queste questioni sulla base della Rivelazione Divina e l’uso della ragione umana liberate dalla grazia santificatrice.
- Per gli Ignaziani essere sulla Traccia della Tradizione vuol dire essere su un’autostrada verso il Futuro (di autentico progresso)
“I grandi precursori della filosofia occidentale, sul cui pensiero essa vive ampiamente, Platone ed Aristotele, non solo trovarono e riconobbero un’interpretazione ‘tradizionale’ del mondo viva e vigorosa ‒ ma la accettarono come punto di partenza quando cominciarono a filosofizzare.” (Josef Pieper, Leisure)
- Per gli Ignaziani la Tradizione è la Porta d’Ingresso al Genio e all’Eroismo del Cattolicesimo
In effetti, non solo nel Cattolicesimo ma nel settore della letteratura e delle scienze è facile mostrare che i grandi creatori tra gli umani sono sempre state persone che si sono immerse nelle conquiste del passato.
- Gli Ignaziani seguono i Santi: i Maggiori Amanti della Tradizione
E’ ammirevole come i grandi riformisti della Chiesa nel corso della storia, sebbene rivoluzionari nelle loro conclusioni, non siano mai stati dei sovversori della Tradizione e delle tradizioni venerabili. Piuttosto, hanno agito come contro rivoluzionari nel senso di non volere “una rivoluzione contraria, ma il contrario della rivoluzione” (Joseph de Maistre, Considérations sur la France)
I grandi riformisti come Benedetto di Aniane, i leader del movimento di Cluny ‒ i santi abati Odo, Majolus, Odilo e Hugh ‒ Domenico e Francesco e Norberto, i riformisti del sedicesimo secolo come Filippo Neri con la sua retorica, Ignazio di Loyola con gli Esercizi Spirituali, Antonio Zaccaria con la fondazione dei teatini, Carlo Borromeo con la promozione di seminari per il tirocinio dei futuri preti: tutti i loro sforzi sono suggellati da un amore bruciante per la Tradizione della Chiesa e per le tradizioni e dalla volontà di portare tutto cio’ nel cuore del mondo contemporaneo usando i metodi più efficaci possibile.
- Per gli Ignaziani la Tradizione è la Liberazione per una Creatività Avanguardista.
L’amore per la Tradizione metterà in noi dei “nervi”! Ci renderà irrequieti, porterà la passione dove c’è apatia, e lo zelo dove giace la noncuranza!
Di fronte ai grandi della Tradizione Cattolica e alle loro gesta immortali, le nostre menti si aprono all’ammirazione, l’ammirazione provoca il desiderio, il desiderio il senso dell’avventura e un’attrazione “contagiosa” verso l’imitazione e l’emulazione– dunque una buona base per i trionfi segreti della grazia nei nostri cuori.
- Per gli Ignaziani la Tradizione è la Pietra per la Costruzione di Minoranze Creative
La tradizione ci dà le facoltà di trovare la soluzione ai problemi del presente
“Adesso ci permettiamo di prendere in considerazione la Storia della Chiesa dal punto di vista teologico, sottolineando un altro aspetto importante. Il suo compito fondamentale, in effetti, risulta essere la complessa missione di investigare e chiarire quel processo di ricevimento e trasmissione, di paralépsis e di paràdosis, attraverso il quale, nel corso dei secoli, si è sostanziata la ragion d’essere della Chisa. In effetti, è indubbio che la Chiesa tragga ispirazione per le sue scelte attingendo al suo tesoro secolare di esperienza e memoria”. (Papa Benedetto XVI)
- Per gli Ignaziani la Tradizione è la Grande Fonte di Speranza dai Segreti del Passato
La conoscenza della Tradizione attraverso lo studio della storia accenderà anche i riflettori sulle cause della passata decadenza della Chiesa e su come sia arrivato il rinnovamento che ci ha dato “un’immaginazione storica” talmente valida da ricostruire e rinnovare la Chiesa del presente, lanciando lontano da noi il cinico criticismo e le sterili pseudoriforme non basate sulla santità privata.
Come lo storico Christopher Dawson noto’ riguardo la barbara distruzione di monastery nei Tempi Bui:
“Novantanove su cento monasteri potrebbero essere bruciati e i monaci uccisi o espulsi, ed ancora l’intera tradizione potrebbe essere ricostituita dall’unico sopravvissuto, e i siti distrutti potrebbero essere ripopolati da nuove reclute di monaci che riprenderebbero la tradizione distrutta […] dopo più di un secolo di distruzione completa.” (C. Dawson, Religion and the Rise of Western Culture)