Leader della Cultura di Livello Mondiale Difendono la Messa Tradizionale in Latino

La Messa Tradizionale in Latino viene riconosciuta da leader culturali a livello mondiale come una creatrice preminente della cultura occidentale

Lo scrittore convertito al Cattolicesimo, Julien Green, che successe a François Mauriac presso la prestigiosa Académie Française, non lasciò alcun dubbio in una edizione del 1982 di uno dei suoi libri, che era stato l’antico rito della Messa con la sua rappresentazione trasparente e chiara del Sacrificio del Calvario ad averlo portato ad un amore ardente per il Sacro Sacrificio. Senza mezzi termini protestava contro l’abbandono del rito antico:

“Da semplice laico, guardo con orrore quando vedo cancellata dal mondo la più grande poesia che ci sia mai stata e che è la riflessione di Dio. Dopo [questo], ci sarà l’oscurità.” (Julien Greene (1900-1998), nel suo saggio, “Ce qu’il faut d’amour à l’homme » in Julien Greene, Pamphlet contre les catholiques de France [Paris: Gallimard, 1982], p. 176.)

La Lettera di “Agatha Christie”: gli Intellettuali Inglesi Difendono la Messa Tradizionale in Latino

In una lettera indirizzata a Papa Paolo VI nel 1971, importanti leader culturali avanzarono la petizione che la Messa Tradizionale in Latino fosse ancora consentita in Inghilterra e nello stato di Wales.

“È evidente che se un ordine insensato decretasse la demolizione totale o parziale di tutte le basiliche e le cattedrali, sarebbe ancora una volta la cultura – al di là di qualunque tendenza o confessione – a levarsi per prima, e con orrore, contro la possibilità di una tale follia.

Si dà il caso però che basiliche e cattedrali siano state edificate dai popoli cristiani per celebrarvi un rito antico duemila anni, che fino a pochi mesi era una tradizione universalmente vivente. Alludiamo alla messa cattolica tradizionale. Essa, secondo informazioni recenti, dovrebbe cessare di esistere alla fine del 1971.

Uno degli assiomi dell’informazione contemporanea, anche religiosa, è anche che l’uomo moderno, soprattutto l’intellettuale, sarebbe divenuto intollerante di tutte le forme della tradizione e ansioso di sopprimerle o sostituirle.

Come molte altre, questa apodittica affermazione è falsa. Anche oggi, come nel passato, è proprio la cultura a riconoscere più ampiamente il valore delle tradizioni e ad allarmarsi più vivamente per i pericoli che la minacciano.

Anche a non voler considerare qui l’esperienza religiosa e spirituale di milioni di persone, questo rito, nei suoi magnifici testi latini, ha dato vita a una folla di opere infinitamente preziose: non soltanto di mistici e dottori, ma di poeti, filosofi, musicisti, architetti, pittori e scultori tra i più grandi, in ogni paese e in ogni epoca. Si può ben dire, dunque, che esso appartiene alla cultura universale non meno di quanto appartenga alla Chiesa e ai fedeli.

In una civilizzazione materialistica e tecnocratica che minaccia sempre più la vita stessa dello spirito e dell’intelletto nella sua espressione creativa originaria – la parola – sottrarre agli uomini questa parola in una delle sue massime manifestazioni appare particolarmente disumano.

I firmatari di questo appello – eminentemente ecumenico e apolitico – rappresentano ogni ramo della cultura moderna internazionale. Essi chiedono con la massima gravità alla Santa Sede di Roma di voler considerare a quale tremenda responsabilità andrebbe incontro di fronte alla storia dello spirito umano se non consentisse a lasciar vivere in perpetuità la messa tradizionale, sia pure a fianco di altre forme liturgiche”.

 

Firmato:

24 Sir Harold Mario Mitchell Acton KBE (1904-94) Storico, scrittore e poeta Cattolico.

25 Vladimir Ashkenazy (1937-) direttore d’orchestra e pianista non Cattolico.

26 Sir Lennox Berkeley (1903-89) Compositore convertito, Cattolico.

27 Sir Maurice Bowra (1898-1971) accademico non- Cattolico; Presidente della British Academy.

28 Dame Agatha Christie DBE (1890-1976) scrittrice non- Cattolica.

29 Kenneth, Baron Clark, OM, CH, KCB, FBA (1903-83) Storico d’arte che lavorava per un’emittente (convertito sul letto di morte al Cattolicesimo).

30 Nevill Coghill (1899-1980) studioso.

31 Cyril Connolly (1903-74) critico scrittore non- Cattolico.

32  Sir Colin Rex Davis, CH, CBE (1927-) direttore d’orchestra non Cattolico.

33 Hugh Delargy (1908-76) Membro del Parlamento Cattolico (rappresentante del Labour Party).

34 Robert Mortimer (1902-76) Vescovo anglicano di Exeter.

35 Miles Francis Stapleton Fitzalan-Howard, Ordine di Pio IX, KG, GCVO, CB, CBE, MC, DL, GCPO, Earl Marshal, 17esimo Duca di Norfolk (1915-2002).

36 Constantine Fitzgibbon (1919-83) storica cattolica.

37 Sir William Frederick Glock, CBE (1908-2000) critico musicale  non- Cattolico (BBC Controller of Music, Controller of the Proms).

38  Magdalen Goffin (1923-) scrittore Cattolico.

39 Robert von Ranke Graves (1895-1985) poeta, erudita e scrittore non- Cattolico.

40 Graham Greene, OM, CH (1904-91) autore Cattolico convertito non praticante.

41 Major Ian Greenlees (1913-88) Autore e accademico Cattolico, Direttore del British Institute, Firenze.

42 Joseph, Baron Grimond, CH, CBE, TD, PC (1913-93) avvocato, scrittore, politico non- Cattolico (leader del Partito Liberale).

43 Harman Grisewood, CBE, Papal Chamberlain (1908-97) attore, autore e conduttore di radio e televisione Cattolico (Controllore Terzo Programma alla BBC).

44 Colin Hardie (1906-98) accademico non- Cattolico (Classicista, Fellow of Magdalen College, Oxford)

45  Sir Rupert Hart-Davis (1907-99) produttore e scrittore non- Cattolico.

46 Dame Barbara Hepworth (1903-75) scultrice non- Cattolica.

47 John Jolliffe (1929-85) non-Cattolico, accademico e più tardi Capo della Bodleian Library, Oxford.

48  David Jones (1895-74) convertito Cattolico, artista e poeta.

49 Sir Osbert Lancaster (1908-86) fumettista.

50 Francis Raymond Leavis, CH, (1895-1978) critico letterario e scrittore non- Cattolico.

51 Cecil Day-Lewis CBE (1904-72) poeta non- Cattolico; Poeta britannico.

52 Sir Edward Montague Compton Mackenzie, OBE (1883-1972) scrittore Cattolico convertito.

53 George Malcolm, KSG, CBE (1917-97) Musicista e direttore d’orchestra Cattolico; Master di Musica alla Cattedrale di Westminster.

54 Sir Max Edgar Lucien Mallowan CBE (1908-78), Cattolico, Professore di archeologia, Compagno di Tutte le Anime.

55 Alfred Marnau (1918-99) Poeta ed autore Cattolico, coordinatore della petizione.

56 Yehudi Menuhin OM, KBE (1916-99) direttore d’orchestra e violinista non- Cattolico.

57 Nancy Mitford, CBE (1904-73), scrittrice non- Cattolica.

58 Raymond Mortimer (1895-1980) convertito Cattolico non praticante, scrittore e editore del New Statesman.

59 Thomas Malcolm Muggeridge (1903-90) Scrittore convertito, Cattolico.

60 Dame Iris Murdoch (1919-99) filosofo e romanziere non- Cattolico

61 John Murray (1898-1975) teologo anglicano.

62 Sean O’Faolain (1900-91) accademico e scrittore Cattolico.

63  Edward James Oliver (1911-92) convertito Cattolico e biografo.

64 Julian Edward George Asquith, 2nd Earl of Oxford and Asquith, KCMG (1916-2011) amministratore coloniale Cattolico.

65 William Plomer (1903-73) scrittore non-cattolico.

66 Kathleen Raine, CBE (1908-2003) poeta e scrittore non- Cattolico.

67 William, Baron Rees-Mogg (1928-) scrittore e giornalista (editore del Times).

68 Lt-Cdr Sir Ralph Richardson (1902-83) attore Cattolico.

69 John Moorman (1905-89) Vescovo Anglicano di Ripon.

70 Charles Ritchie Russell, Baron Russell of Killowen (1908-86), Cattolico, Giudice Lord in Appello, in seguito Lord of Appeal in Ordinary.

71 Dame Joan Alston Sutherland, OM, DC, OBE (1925-2010) soprano non- Cattolica.

72 Theodore Philip Toynbee (1916-81) giornalista e scrittore non- Cattolico.

73  Martin Turnell, studioso e scrittore.

74  Bernard Wall (1908-74) editore e scrittore Cattolico.

75 Major Sir Patrick Henry Bligh Wall, KBE, MC, VRD (premiato anche alla Legione del Merito dagli Stati Uniti) (1916-98) Membro Cattolico del Parlamento, rappresentante il partito conservatore.

76 Edward Ingram Watkin (1888-1991) cattolico convertito e scrittore.

77  Robert Charles Zaehner (1913-74) accademico e scrittore convertito cattolico.

(Testo e profile dei firmatari da “DOCUMENTO PROGRAMMATICO FIUV 11: EVANGELIZZAZIONE E CULTURA OCCIDENTALE” https://lms.org.uk/sites/default/files/resource…/fiuv/fiuv_pp11_western_culture.pdf)

Perché un Intellettuale Inglese, Autore di Brideshead Revisited, Gridò per la Messa Tradizionale in Latino /strong>

Di seguito un estratto di un articolo di Philip Blosser, “Undone by the “Permanent Workshop”, giugno 2012, che revisionava una ristampa del libro A Bitter Trial: Evelyn Waugh and John Carmel Cardinal Heenan on the Liturgical Changes (http://www.newoxfordreview.org/reviews.jsp?did=0612-blosser)

Waugh era giunto a considerare la Messa come ‘ciò che contava di più’ nella vita, come Fr. Philip Caraman, S.J., ha detto nel suo panegirico alla Messa di requiem di Waugh nella Cattedrale di Westminster. […]

Eppure, Waugh soffriva immensamente. In una lettera del 1965 all’Arcivescovo Heenan, Waugh lo supplicava, “La prego, preghi per la mia tenacia.”

Dichiarò più tardi che “ogni partecipazione alla Messa [la nuova forma introdotta negli anni ’60] mi lascia conforto o edificazione. Non potrò mai, pregando Dio, essere apostata ma andare in chiesa ora è una dura prova.” […]

Molti mesi dopo, scrisse a Monsignore Lawrence L. McReavy, chiedendo, “Qual è il minimo che sono obbligato a fare senza gravi peccati? Trovo la nuova liturgia una tentazione contro Fede, Speranza e Carità ma non potrò mai, pregando Dio, essere apostata.”

Un anno dopo, un mese prima di morire, Waugh scrisse a Lady Diana Mosley, “Il Concilio Vaticano ha rovesciato le mie budella…. Non mi sono ancora immerso nella benzina e dato alle fiamme, ma ora mi aggrappo ostinatamente alla Fede senza gioia. Andare in chiesa è una pura parata di dovere.”

Il martedì successivo Waugh morì, sua figlia scrisse a Lady Diana Cooper, “Non sia troppo triste per papa …. Sa quanto ha vissuto a lungo ….Sono certa che abbia pregato per la morte alla Messa.”

Perché Waugh soffriva così? Per capire la sua difficile situazione, e quella di molti Cattolici inglesi come lui, bisogna considerare molteplici sfaccettature di questa difficoltà: (1) il mero fatto del cambiamento in sé, (2) cambiamenti pratici nelle discipline, e (3) confusione sulla dottrina. All’inizio di un diario del 1965, Waugh dice:

‘Più che i cambiamenti estetici che derubano la Chiesa di poesia, mistero e dignità, sono stati suggeriti cambiamenti nella fede e nella morale che mi allarmano. Una specie di anticlericalismo è all’estero che cerca di ridurre l’unica posizione sacramentale del sacerdote. La Messa è scritta come un “pasto sociale” in cui il “popolo di Dio” compie la consacrazione.

In terzo luogo, la minaccia percepita riguardava anche questioni di dottrina. Waugh ha scritto a The Tablet che “i pericoli che minacciavano la Chiesa dovevano essere resistiti su basi più gravi del semplice sentimentalismo, dell’estetica o della tradizione”.

Al The Catholic Herald, scrisse che dubitava che Papa Giovanni XXIII ‘avesse qualche concezione del vero carattere del Protestantesimo [liberale]’, citando le tendenze demitizzanti di teologi protestanti come Van Buren, che spoglia la Cristianità dei suoi elementi soprannaturali.

Di nuovo ne The Tablet, dichiarò, ‘Rilevo i pericoli più gravi per la Fede [rispetto alle domande sull’estetica], tra cui un abbassamento del rispetto per l’unico ufficio del sacerdozio e dell’episcopato nel parlare del “popolo di Dio” come consacrante gli elementi.

Al [Cardinale] Heenan, scrisse che l’angoscia dei cattolici ‘nel trovare le nostre abitudini spirituali disordinate’ deve essere una “preoccupazione minore” rispetto ai “più gravi pericoli per la fede e la morale apertamente propugnati al Concilio”.

Le acute critiche di Waugh sono spesso bilanciate, tuttavia, da intuizioni penetranti: “‘Participare’ — la parolaccia — non significa fare la fila come credono i tedeschi.

Si partecipa a un’opera d’arte quando si studia con riverenza e comprensione “; e “Partecipare” alla Messa non significa ascoltare le nostre voci.

Vuol dire che Dio ascolta le nostre voci.” In una lettera al The Tablet, chiese ai sapientoni di spiegare in che modo “la partecipazione” è “promossa dall’odierna proibizione perenne di inginocchiarsi agli incarnati nel credo”.

(Estratti dell’articolo di Philip Blosser, “Undone by the “Permanent Workshop”, giugno 2012, revisione di una ristampa del libro A Bitter Trial: Evelyn Waugh and John Carmel Cardinal Heenan on the Liturgical Changes at:

( http://www.newoxfordreview.org/reviews.jsp?did=0612-blosser)

Leader Culturali Francesi Difendono Energicamente la Messa Tradizionale in Latino

Come riportato dal blog Rorate Caeli, una dichiarazione di sostegno per la legislazione di Papa Benedetto XVI, Summorum Pontificum ‒ che riconosceva che tutti i sacerdoti potessero liberamente recitare l’antico rito della Messa ‒ apparve nel quotidiano francese, Le Figaro, il 16 dicembre 2006.

I firmatari erano i seguenti:

René Girard, dell’Accademia francese; Michel Déon, dell’Accademia francese; Bertrand Collomb, dell’Istituto di Francia; Jean Piat, attore; Claude Rich, attore; Jean-Laurent Cochet, attore e produttore; François Ceyrac, ex presidente del  CNPF (Consiglio Nazionale dei Direttori d’Impresa Francesi); Charles Beigbeder, CEO (Selftrade e Poweo); Jean-François Hénin, CEO (Maurel et Prom Oil Company); Jean-Marie Schmitz, presidente esecutivo della Libera Università di Legge, Economia ed Amministrazione (FACO); Raphaël Dubrulle, esecutivo;

Jean François, presidente onorario della Lafarge Corporation; Jean-Marie Le Méné, presidente Fondazione Jérôme Lejeune; Jean Raspail, scrittore; Jean des Cars, storico; Denis Tillinac, scrittore ed editore; Robert Colonna d’Istria, scrittore; Isabelle Mourral, presidente onoraria, Associazione degli Scrittori Cattolici; Jacques Heers, professore, storico, ex direttore di Studi Medievali all’Università di Parigi IV-Sorbonne; Alain Lanavère, Lettore, Istituto Cattolico di Parigi; Jean-Christian Petitfils, storico e scrittore; Yvonne Flour, professore e vice presidente del Consiglio Scientifico, Università di Parigi-I – Panthéon-Sorbonne; Jacques Garello, professore emeritus, Università di Aix-Marseille III- Paul-Cézanne; Jean-Didier Lecaillon, professor, Università di Parigi II –Panthéon-Assas;

Catherine Rouvier, lettrice all’Università di Sceaux, avvocato; Patrick Louis, Membro del Parlamento Europeo, professore all’University di Lyon-III; Jean-Yves Naudet, professore all’Università di Aix-Marseille III- Paul-Cézanne, presidente dell’Associazione degli Economisti Cattolici; Bertrand Fazio, membro dell’Associazione degli Economisti Cattolici; Roland Hureaux, scrittore;

Jean Sevillia, storico e scrittore; Henry de Lesquen, alto ufficiale di governo; Yvan Blot, alto ufficiale di governo; Jacques Trémolet de Villers, scrittore, avvocato della corte; Alexandre Varaut, avvocato della corte; Solange Doumic, avvocato della corte; Frédéric Pichon, avvocato della corte; Francis Jubert, presidente della Fondazione per il Servizio Politico; Anne Coffinier, diplomatica; Benoît Schmitz, Professore di storia; Marie de Préville, professoressa di Lettere classiche;

Alexis Nogier, chirurgo, Primario all’Ospedale Pitié-Salpêtrière; Philippe Darantière, consulente ; Thierry Boutet, scrittore e giornalista; François Foucart, scrittore e giornalista; Philippe Maxence, scrittore, redattore capo de L ‘Homme Nouveau; Jacques de Guillebon, scrittore; Falk van Gaver, scrittore; Mathieu Baumier, scrittore; Christophe Geffroy, direttore del giornale La Nef; Anne Bernet, scrittrice; Louis Daufresne, giornalista, Radio Diocesana di Parigi  Paris (Radio Notre-Dame); Fabrice Madouas, giornalista; Hilaire de Crémiers, giornalista.

Estratti della Dichiarazione degli Intellettuali Francesi

“Noi, laici, Cattolici Romani, vorremmo, dopo aver considerato la commozione dei media provocata da una possibile liberalizzazione della Messa Gregoriana, testimoniare pubblicamente la nostra fedeltà, il nostro sostegno, e il nostro affetto per il Santo Padre, Benedetto XVI.

“La Costituzione del Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano Secondo, richiama: ‘Nella Fedele obbedienza alla tradizione, il sacro Concilio dichiara che la santa Madre Chiesa mantiene tutti i riti legalmente acquisiti di essere di uguali diritti e dignità; che desidera preservarli nel futuro e rafforzarli in ogni modo’.

“Crediamo dunque che la diversità di riti nella Chiesa Cattolica sia una grazia e che dovremmo guardare con gioia l’avvento di una liberalizzazione di ciò che un tempo era la normalità, quella dei nostri genitori e dei nostri nonni, e che ha nutrito la vita spirituale di così tanti santi.

“Desideriamo dire al Santo Padre e ai nostri Vescovi della nostra gioia nel vedere l’apparizione di sempre più comunità secolari o religiose legate alla bellezza della liturgia sotto le sue molteplici forme. Condividiamo l’osservazione di colui che fu il Cardinale Ratzinger: ‘Sono convinto che la crisi nella Chiesa che stiamo vivendo sia in gran parte dovuta alla disgregazione della liturgia’. (Milestones)

“Siamo sconvolti dall’idea che un cattolico possa essere angosciato dalla celebrazione della Messa che era quella in cui Padre Pio e San Massimiliano da Kolbe celebravano. Quella che nutriva la pietà di Santa Teresa del Bambino Gesù e del Papa Beato Giovanni XXIII. […]

(From:https://rorate-caeli.blogspot.com/2006/12/french-intellectuals-sign-tridentine.html)

Leader Culturali Italiani Difendono la Messa Tradizionale in Latino

From the blog Rorate Caeli:

(https://rorate-caeli.blogspot.com/2006/12/italian-intellectuals-sign-tridentine.html )

Dal blogRorate Caeli:

(https://rorate-caeli.blogspot.com/2006/12/italian-intellectuals-sign-tridentine.html)

“Il quotidiano italiano Il Foglio pubblica oggi un manifesto firmato da grandi intellettuali italiani, ivi inclusi Antonio Socci e Franco Zeffirelli (e anche René Girard, dell’Accademia Francese, che ha pubblicato con altri intellettuali francesi un manifesto pubblicato oggi su Le Figaro), in difesa della liberazione della Messa Tradizionale Romana, la Missa Piana, e ricordando la Petizione del 1966 e la grande Petizione inglese del 1971, di veneranda memoria.

La versione del “Socci Manifesto” tradotta dalla versione inglese:

Desidero lanciare un appello al mondo della cultura. A favore di una decisione di Benedetto XVI.

L’annuncio fu dato dal Cardinale Arturo Medina Estevez, membro della commissione Ecclesia Dei che incontrai per discutere della liberalizzazione della Messa in latino. Il prelato disse, “La pubblicazione del Motu Proprio dal Papa che liberalizzerà la celebrazione della Messa in latino secondo il messale di San Pio V è vicina.”

E’ un evento straordinariamente importante per la Chiesa ed anche per la cultura e la storia della nostra civiltà.

Storicamente, gli intellettuali laici furono in effetti quelli che realizzarono di più e meglio il disastro, la distruzione culturale attuale, rappresentata dal “divieto” della liturgia di San Pio of the V e dalla sparizione del latino come lingua sacra della Chiesa Cattolica.

Quando, 40 anni fa ‒ contravvenendo ai documenti del Concilio ‒ il divieto dell’antica liturgia della Chiesa (quella che era stata celebrata anche durante il Concilio) fu imposto, vi fu una grande e meritevole protesta da intellettuali piuttosto importanti che considerarono questa decisione come un attacco alle radici della nostra Civiltà cristiana (la liturgia è sempre stata il centro e una fonte dell’arte più sublime).

Furono pubblicati due appelli in difesa della Messa di San Pio V, nel 1966 e nel 1971. […]

Si tratta in gran parte di intellettuali laici perché il valore culturale e spirituale dell’antica liturgia latina è un retaggio di tutti, così come lo sono la Cappella Sistina, così come il [canto] gregoriano, come le grandi cattedrali, la scultura gotica, la Basilica di San Pietro.

Ancor più oggi, quando tutta la nostra civiltà europea rischia di tagliare e negare le proprie radici.

Curiosamente, anche i “cattolici progressisti”, che hanno fatto del dialogo con il mondo e con la cultura moderna la loro bandiera, non hanno dato alcun riguardo e hanno combattuto per quarant’anni per mantenere questo incredibile divieto. Un’arbitrarietà senza precedenti.

Nell’aprile del 2005, alla vigilia dell’elezione di Benedetto XVI, fu uno scrittore laico, Guido Ceronetti, che scrisse, su La Repubblica, una lettera aperta al nuovo Papa, in cui chiese “che il sinistro soffocante bavaglio sulla voce latina della Messa fosse rimosso”.

Quando era cardinale, Ratzinger dichiarò che il divieto della Messa di San Pio V era inaudito: “nel corso della sua storia, non ha mai abolito né vietato le forme liturgiche ortodosse, che sarebbero del tutto estranee allo spirito stesso della Chiesa”.

In uno dei suoi libri, ripeté drammaticamente come aveva visto la pubblicazione del messale di Paolo VI: “Sono stato costernato dalla proibizione del vecchio messale, poiché nulla del genere era mai accaduto nell’intera storia della liturgia. L’impressione è stata anche data dal fatto che quello che stava accadendo era abbastanza normale,” ma, scrisse Ratzinger, “il divieto del messale che era stato decretato, un messale che aveva conosciuto una crescita continua nel corso dei secoli, a partire dai sacramentari dell’antica Chiesa, ha introdotto una breccia nella storia della liturgia le cui conseguenze potrebbero essere solo tragiche … il vecchio edificio è stato demolito, e un altro è stato costruito.”

Gli effetti furono disastrosi.

La strada ad abusi incredibili nella liturgia era stata aperta. Ratzinger scrive,

“Sono convinto che la crisi nella Chiesa che stiamo vivendo oggi sia in larga misura dovuta alla disintegrazione della liturgia, che a volte è arrivata a essere concepita come etsi Deus non daretur: in quanto è una questione di indifferenza se Dio esiste o no e se ci parla e ci ascolta. Ma quando la comunità di fede, l’unità mondiale della Chiesa e la sua storia, e il mistero del Cristo vivente non sono più visibili nella liturgia, in quale altro luogo, quindi, la Chiesa diventa visibile nella sua essenza spirituale?

(From:https://rorate-caeli.blogspot.com/2006/12/french-intellectuals-sign-tridentine.html)