Agli Individui e alla Società, in questa Vita cosi come per Sempre
Attraverso l’unione con Cristo vivendo integralmente la Fede Cattolica, una persona trova la pienezza del senso della vita, l’amore eterno, la bellezza della creazione, e inestinguibile speranza.
Questa è la missione del prete. E dedicando la sua intera esistenza fino all’ultimo battito cardiaco a rincorrere la salvezza eterna delle anime, le conseguenze non solo per l’Eternità ma anche per la Terra sono radicali. Perché rinnovando le anime nell’immagine di Cristo, il prete sta anche rinnovando le basi fondamentali della società. Proprio come il peccato allontana l’uomo da Dio, esso allontana anche l’uomo dal suo fratello uomo, dunque la conversione a Cristo dell’anima è l’inizio di una trasformazione della società in una società cristiana e quindi autenticamente umana.
Cristo e il Suo Corpo Mistico o una Civilizzazione della Morte
La società che rigetta Dio attraverso il peccato viene descritta da San Paolo nella sua Lettera ai Romani:
“L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, 19poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. 20Infatti le sue perfezioni invisibili – ossia la sua eterna potenza e divinità – vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa.
21Perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. 22Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti 23e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
24Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, 25perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
26Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami. Anche le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. 27Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento.
28E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: 29sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, 30maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, 31insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. 32E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa.
Il Cardinale Ratzinger, commentando questa descrizione, afferma:
“Per Paolo, la decadenza morale della società non è niente di più che la logica conseguenza e la riflessione fedele di questa perversione radicale. Quando l’uomo preferisce il suo stesso egoismo, il suo orgoglio, e la sua convenienza alle richieste fattegli dalla verità, l’unico risultato possibile è un’esistenza sottosopra. L’adorazione è dovuta solo a Dio, ma quello che viene adorato non è più Dio; le immagini, l’aspetto esteriore, e l’opinione corrente dominano l’uomo.
“Questa alterazione generale si estende ad ogni sfera della vita. Quello che è contro natura diviene la norma; l’uomo che vive contro la verità vive anche contro natura. La sua creatività non è più al servizio del bene: dedica il suo genio a forme sempre più raffinate di male. I legami tra uomo e donna, e tra genitori e figli, sono dissolti, di modo che le stesse fonti da cui nasce la vita sono bloccate. Non è più la vita che regna, ma la morte.
“Viene formata una civilizzazione di morte (Rom 1:21-32). La descrizione della decadenza che Paolo tratteggia qui lascia attoniti noi lettori moderni per la sua contemporaneità.” (J. Ratzinger, Cristianità e la Crisi della Cultura, 2006, pp. 94-95)
L’Imponente Differenza Fatta dalla Fede Cattolica in questa Vita
Uno storico non cattolico, Arnold J.Toynbee, sebbene spesso in errore, inesatto, o ambiguo riguardo alle dottrine Cattoliche, ebbe un’inusuale chiarezza di comprensione almeno rispetto alla differenza fatta dall’essere cristiani nella vita:
“Ma, se gli uomini sulla Terra non hanno dovuto attendere l’avvento delle religioni superiori, culminando nella Cristianità, per qualificarsi, nella loro vita sulla Terra, per raggiungere infine, dopo la morte, lo stato di felicità eterna nell’altro mondo, allora quale differenza ha avuto l’avvento sulla Terra delle religioni superiori e del Cristianesimo stesso?
“La differenza, devo dire, è questa, che, sotto la legge Cristiana, un’anima che utilizza al meglio le sue possibilità spirituali avanzerà, nel cammino verso la salvezza, di più verso la comunione con Dio e verso la somiglianza a Dio nelle condizioni terrene, prima della morte, rispetto a quanto è possibile ad anime che non sono state illuminate, durante il loro pellegrinaggio sulla Terra, dalla luce delle religioni superiori…un’anima che è stata offerta e che si è aperta all’illuminazione e alla grazia portate dal Cristianesimo sarà, ancora in questo mondo, più brillantemente irradiata dalla luce dell’altro mondo…L’anima Cristiana puo’ raggiungere, ancora sulla Terra, una misura maggiore del più grande bene dell’uomo che puo’ essere raggiunta da qualsiasi anima pagana in questo stadio terreno della sua esistenza.” (ARNOLD TOYNBEE, Civiltà al paragone, Oxford University Press, 1948, p.250-251.)