“La Cristianità, d’altro canto, non offre una panacea immediata per la complessa malattia del mondo moderno. Ha l’eternità prima di questo, e può permettersi di prendersi tempo. Ma la vera ragione è che una cultura Cristiana è potenzialmente più ampia e più cattolica di una secolare. E’ incentrata su Dio, non sull’uomo, e quindi modifica l’intero cammino della vita umana ponendolo in una nuova prospettiva.” (Christopher Dawson, The Crisis of Western Education)
Fondazione della Cultura nel “Cultus” (Religione)
L’origine della cultura deve trovarsi nella natura dei legami tra società, cultura e culto (culto religioso pubblico organizzato).
Ogni gruppo di individui si unifica in un organismo sociale, una società, che dà un consenso ad una particolare visione del mondo con i suoi ideali e principi.
La visione del mondo costituisce il fattore unificante ed integrante supremo dell’etica della società con la sua attitudine all’esistenza umana, i suoi ideali personali e comunitari, ed il suo “senso comune” di assunzioni dominanti e principi morali.
Questi funzionano come standard secondo i quali gli individui vivono e che inglobano in leggi e istituzioni che costituiscono il cammino per lo stile di vita della società nel matrimonio, famiglia, educazione, lavoro, politica e vita quotidiana generale, in altre parole “un modo di vivere organizzato basato su una tradizione comune e condizionata da un ambiente comune”. (Christopher Dawson, Religion and Culture)
Come hanno dimostrato storici della cultura come Dawson in Progress and Religion: An Historical Inquiry, la religione è stata alle origini di ogni civiltà, eccetto che della società post-occidentale contemporanea e secolarizzata.
La civiltà post-occidentale d’Europa e delle Americhe è comunque, senza un desiderio di sopravvivenza come mostrato dal declino demografico in molti dei suoi paesi (vedere le statistiche del 2013 della Banca Mondiale su http://data.worldbank.org/indicator/SP.POP.GROW/countries?display=default)
Tuttavia, la “religione” significava qualcosa di essenzialmente molto diverso per i popoli antichi rispetto a quello che essa significa per gli occidentali di oggi.
Per questi ultimi essa è un’opinione meramente e altamente personale, privata, carica di emozioni e soggettiva che può essere condivisa o meno con altri individui con le stesse idee e che non ha diritto ad avere una voce nella definizione della società.
In netto contrasto con questo, in 5000 anni riportati di storia, gran parte degli uomini ha riconosciuto nella propria religione un gruppo di dottrine cosmiche e di principi morali che sono considerati la spiegazione completa e totale della realtà poiché essi guidano la relazione dell’individuo con la divinità e con il resto dell’umanità.
Le dottrine e i principi sono inglobati nelle cerimonie sociali il cui scopo principale è quello di esprimere la dipendenza dei partecipanti dalla divinità e il loro bisogno vitale di adorare Dio: questi sono gli atti di culto (adorazione o liturgia).
Costituito da parole, simboli, gesti, e canti che formano un rituale di cerimonia, il culto comprende una visione del mondo con i suoi ideali e valori e che dà un senso all’esistenza e un percorso per il comportamento morale.
Ciò configura tutte le dimensioni della società – istruzione, agricoltura, architettura, musica, arti, difesa, guerra, ed altri. Perciò, tradizionalmente, il culto è stato la radice e l’anima della cultura: senza culto oppure, con più precisione, senza una forma fiorente di culto, una cultura diviene moribonda – diventa sempre più stagnante e infine sostituita da un’altra. (vedere T.S. Eliot, Christianity and Culture (New York: Harvest, 1976).
Dunque, parlare di una cultura secolarizzata vuol dire parlare di una cultura povera e debole, priva di basi metafisiche.
Una società i cui principi di pensiero ed azione non sono governati dal riconoscimento dell’esistenza e adorazione di Dio come scopo dell’uomo con una conseguente dimensione morale per tutte le sue azioni – una società secolarizzata – è una società, propriamente, senza cultura.
Con la sua mentalità dominante di egoismo individualista, socialmente legiferato, non ha legami tra i suoi singoli componenti e deve infine dissolversi.
La Messa Tradizionale in Latino come Fonte di Cultura della Prima Civiltà Cattolica
Nel caso del ruolo formativo del Cattolicesimo per la civiltà occidentale, da un punto di vista puramente storico e sociologico, le dottrine chiave del Cattolicesimo dell’Incarnazione e della Redenzione divengono assolutamente decisive principalmente perché erano incarnate nella parola, nel simbolismo e nel cerimoniale di culto – e l’atto principale di culto era la Messa secondo il più antico rito della Chiesa.
L’impatto del Rito Antico è dovuto non solo al fatto che è la Messa con tutto il suo potere soprannaturale intrinseco all’istituzione divina, ma al fatto che è il Rito Antico, un cerimoniale complesso chiaramente definito che comprende “tutto ciò che il mondo cristiano possedeva di dottrina e poesia, musica ed arte [che] è stato versato nella liturgia, modellato in un tutto organico, centrato attorno ai Divini Misteri” (Christopher Dawson)
Dopo il collasso dell’Impero Romano, nell’Europa occidentale vi era un vuoto di istruzione e educazione, letteratura, musica, teatro e arti in generale. Non più sotto l’influenza culturale dominante che fosse romana, greca o barbara e sofferente per l’analfabetismo diffuso e la mancanza di libri, la natura orale e simbolica del cerimoniale del Rito Antico e i testi acquisirono sempre più influenza. Trasmesso nei centri urbani d’Europa, esso comunicava la visione del mondo e i valori Cristiani in un modo che risuonava profondamente nelle menti e nei cuori. Così, durante l’epoca formativa della civiltà occidentale, la “Messa delle Ere” funzionò come strumento pedagogico principale delle verità della religione Cattolica per i popoli europei.
Di conseguenza, mentre ci sono molti altri fattori che contribuirono alla creazione della realtà sociopolitica e culturale della Cristianità, il fattore determinante primario – non l’unico, ma quello primario – era la motivazione religiosa e al cuore di questa motivazione religiosa c’era l’esperienza della religione del Cattolicesimo tramite l’atto centrale di culto, la Messa.
Poiché il rituale si faceva settimana dopo settimana e non senza frequenza, dall’undicesimo secolo in poi, su base quotidiana per i sacerdoti, i nobili e i cavalieri, il contatto con i testi e il cerimoniale carico di simboli permise alle verità che esso asseriva di cambiare gradualmente la mentalità e le abitudini degli uomini.
Perché il Rito Antico rese chiaro ai Cattolici che la loro religione non era un mero gruppo di opinioni religiose da mantenere entro le quattro mura delle chiese ma che le verità globali dovevano essere l’alpha e l’omega che dovevano regolare la vita pubblica e privata. Il cattolicesimo fin dall’inizio è stato autocoscientemente un costruttore di civiltà.
Ilruolo influente del rito antico nella formazione della civiltà occidentale provoca, a prima vista, un po’ di perplessità.
Questo antico gruppo di cerimonie, alla lettera, sembrano essere un mezzo sproporzionatamente inadeguato sia al messaggio sia all’effetto – così sproporzionato che si potrebbe persino sospettare che qualcosa di più del semplice naturale fosse all’opera.
Eppure la storia, dopo il suo scrutinio, non l’avrà in nessun altro modo: La Cristianità è nata ai piedi dell’altare del Sacrificio della Messa trasmesso secondo il Rito Antico. La “Messa delle Ere” era il mezzo principale tramite il quale il messaggio del Cattolicesimo veniva continuamente comunicato ai suoi aderenti; funzionava come strumento principale ‒ non il solo, ma il principale ‒ tramite il quale il sacerdozio della Chiesa Cattolica, con la relazione intrinseca del culto alla cultura, inculcava ai popoli d’Europa le verità e le implicazioni dell’Incarnazione e con l’energia vitale che portò alla nascita di una nuova cultura e di un nuovo ordine sociale che erano distintamente occidentali.
Conclusione: Vivere il Santo Sacrificio della Messa è Fondamentale per la Costruzione di una Civiltà Cristiana
Dunque, all’interno della liturgia sacra del Cattolicesimo, la cultura aiuta l’uomo a compiere il suo scopo principale:
“La più alta attività della persona umana è di rivolgere la sua mente e il suo cuore a Dio, il Suo primo inizio e ultima fine, e di adorarLo: “Ti lodiamo, Ti benediciamo, Ti adoriamo, ti glorifichiamo, Ti rendiamo grazie per la tua grande gloria,” come cantiamo nell’antico inno del Gloria.
Adoriamo Dio non solo perché siamo esseri bisognosi alla ricerca di cose buone da Lui o la rimozione del male, ma soprattutto per il Suo bene, perché Egli è la Verità sovrana, Egli è tutto bene, è bello e estremamente amabile.
Per adorare in spirito e verità, come Egli merita e come siamo fatti per fare, dobbiamo richiamare tutte le nostre risorse spirituali e corporali, portando tutti noi stessi e tutto il creato al Suo trono celeste.
Il culto religioso è una solenne, pubblica conversione a Dio, che ha origine nella nostra natura intellettuale e si esprime nel linguaggio della cultura, nel vocabolario delle arti in tutta la loro immediatezza e grandezza.
Il culto liturgico è la stessa cosa quando il suo attore principale è Gesù Cristo, che offre e viene offerto, insieme al suo Corpo Mistico, la Chiesa: “Attraverso di Lui, con Lui, e in Lui, nell’unità dello Spirito Santo, tutta la Gloria e l’onore sono tuoi, Padre Onnipotente, nei secoli dei secoli, Amen.”
Se l’uomo, l’animale razionale e il costruttore della cultura, segue la sua inclinazione naturale e soprannaturale, troverà sempre la sua strada verso la soglia del tempio e entrerà nelle sue porte con gioia, mettendo il suo sacrificio sull’altare con e per il suo Signore.” (Dr. Peter Kwasniewski, https://www.lifesitenews.com/blogs/comprehensively-pro-life)