Ignaziani: Verso il Futuro sulla Pista della Tradizione

Ignaziani: Verso il Futuro attraverso la Tradizione

“I grandi precursori della filosofia occidentale, sul cui pensiero essa si basa ampiamente, Platone ed Aristotele, non solo trovarono e riconobbero un’interpretazione ‘tradizionale’ del mondo vivo e vigoroso ‒ ma la accettarono come punto di partenza quando cominciarono a filosofeggiare.” (Josef Pieper, Leisure)

“La Tradizione è la giovinezza divina” (Dom Gérard Calvet)

“Una contro rivoluzione non deve essere una rivoluzione nella direzione contraria, ma il contrario di una rivoluzione” – Joseph de Maistre

La Tradizione crea il Futuro da Verità Eternamente Valide

“Tradizione e Innovazione sono due termini collegati.

“Etimologicamente, il termine ‘tradizione’ deriva dal latino tradere, e perciò vuol dire farsi carico del passato, per tramandare quello che il passato ci ha lasciato in eredità; la tradizione è la narrativa che costituisce un soggetto.
“Ma tradizione vuol dire anche trasmissione, e perciò include una forza operativa che sorge dal soggetto. Per questo motivo, ‘tradizione’ è un termine il cui senso non può essere afferrato facilmente perché appartiene al passato, ma allo stesso tempo risolve il presente e guida il futuro.

“Da qui, si comincia a notare la connessione tra tradizione e innovazione, che, in effetti, implica ciò che è nuovo e rinnova la società attuale, esaltando la tradizione.” (Elisa Grimi, Tradition and Innovation, Cambridge Scholars Publishing, 2015, p. 1)
La condizione per il massimo progresso è l’aderenza alle verità sulla natura umana, sulla relazione dell’uomo con il suo scopo supremo, Dio, la natura della società, e la Legge Naturale, che si trovano tutte integralmente nella Tradizione Cattolica.

È da queste verità che derivano una sana antropologia e i criteri per un autentico progresso umano in cui l’uomo è chiamato ad evolversi utilizzando pienamente i poteri della sua mente, del suo cuore e della sua volontà. Da questi principi il corpo è curato come parte integrante dell’unità psicosomatica dell’uomo attraverso la stima per la salute e la medicina ma anche per l’ascetismo. Su queste basi la società è costruita per essere la Città di Dio ma con la consapevolezza che il suo ruolo è di essere un posto riposante per i pellegrini in cammino per la loro Casa Eterna.

Gli Amanti della Tradizione sono i Veri Progressisti

L’uomo che cerca di influenzare decisamente il futuro fa attenzione al possedere nelle sue mani la torcia della Tradizione per poter vedere non solo la parte attuale del viaggio ma anche il suo passato.

Egli sa che ciò che ha contribuito al successo e al benessere nei viaggi dei suoi antenati può continuare a dargli facoltà di discernere cosa ha un valore corrente da quello che ha un valore circostanziale o è senza valore nell’epoca in cui vive. Sebbene la tradizione non svolga lo stesso ruolo per la scienza hitech rispetto alla filosofia e alla teologia, tuttavia “Tutto il ragionamento si svolge nel contesto di qualche modo tradizionale di pensiero, trascendendo attraverso la critica e l’invenzione i limiti di ciò che fino ad allora era stato ragionato in quella tradizione: questo è vero per la fisica moderna come per la logica medievale” (Alasdair MacIntyre, After Virtue, p. 206, 1981)

I cattolici contemporanei con una visione autenticamente Cattolica sono perciò “ultra” rispetto alla modernità. Non sono al di sopra e al di là della modernità nel senso di estraniazione dagli alti e bassi della vita sociale, né nel senso che non si interessano al futuro della società, ma nel senso che la loro mentalità, arricchita da un’eredità millenaria, ha il potere di porlo nel contesto storico.
Come disse Papa Pio XII:

“Ma la tradizione è cosa molto diversa dal semplice attaccamento ad un passato scomparso; è tutto l’opposto di una reazione che diffida di ogni sano progresso. Il suo stesso vocabolo etimologicamente è sinonimo di cammino e di avanzamento. Sinonimia, non identità.

“Mentre infatti il progresso indica soltanto il fatto del cammino in avanti, passo innanzi passo, cercando con lo sguardo un incerto avvenire; la tradizione dice pure un cammino in avanti, ma un cammino continuo, che si svolge in pari tempo tranquillo e vivace, secondo le leggi della vita, sfuggendo all’angosciosa alternativa “Si jeunesse savait, si vieillesse pouvait!” ‘Oh, se la gioventù sapesse… Oh, se gli anziani potessero …’

“In forza della tradizione, la gioventù, illuminata e guidata dall’esperienza degli anziani, si avanza di un passo più sicuro, e la vecchiaia trasmette e consegna fiduciosa l’aratro a mani più vigorose che proseguono il solco cominciato.

“Come indica col suo nome, la tradizione è il dono che passa di generazione in generazione, la fiaccola che il corridore ad ogni cambio pone in mano e affida all’altro corridore, senza che la corsa si arresti o si rallenti.

“Tradizione e progresso s’integrano a vicenda con tanta armonia, che, come la tradizione senza il progresso contraddirebbe a se stessa, così il progresso senza la tradizione sarebbe una impresa temeraria, un salto nel buio.” (Pio XII, Discorso del 19 gennaio 1944, in Discorsi e Radiomessaggi, vol. 5, pp. 179-180.

Tradizione: Ancorata al Vero, al Buono, al Bello – l’Eternamente Rilevante

In conclusione, la Tradizione è per questo liberatoria perché non è prigioniera di nessun secolo. Non è né “conservativa” né “liberale” né “moderna”. È piuttosto ultra moderna nel senso etimologico del termine “ultra” come “oltre”. È già nel suo dinamismo interiore proiettato nel futuro, aperto a qualunque verità o bontà o bellezza che possono apparire attraverso il genio umano e la creatività nei secoli futuri.

Gli Ignaziani in quanto uomini di Tradizione – che non ha niente a che vedere con il “conservatorismo” ‒ non sono appassionatamente attaccati né ad un passato nostalgico né ad una mitica età dell’oro ventura. Al contrario navigano nell’oceano di questo mondo, con un piccolo bagaglio, solo al seguito della Stella Polare, la Verità di Gesù Cristo contenuta nella Tradizione della Fede Cattolica. Così potranno agire nella storia – come testimonia la storia del primo millennio della Cristianità ‒ come “rivoluzionari della Croce” (Daniel-Rops).

Perciò possono essere i costruttori del futuro perché anche il futuro ha bisogno di fondamenta – e le sole fondamenta della Chiesa sono la tradizione e le tradizioni che essa ingloba, conserva, protegge. Puoi progredire solo se sei in viaggio. E quando ti arrampichi sulle montagne ripide e scoscese, è la Tradizione che ti tiene e ti guida.

L’amore per la Tradizione perciò libera, nobilita, protegge il Vero, il Buono e il Bello. E’ uno standard e un incentivo all’azione. Come Field Marshal Viscount Slim di Birmania notò:
“Alcuni si fanno beffe della tradizione. Hanno ragione se la tradizione viene intesa come non dover mai fare qualcosa per la prima volta; ma quanto sono invece in torto se si considera la tradizione come standard di comportamento, tramandato, al di sotto del quale non devi mai cadere. Quindi la tradizione, invece di essere un paio di manette per bloccarti, sarà un corrimano per tenerti saldo e guidarti in luoghi impervi.”

Il senso della tradizione è sempre rilevante ma in particolare all’inizio del terzo millennio. La nostra epoca è quella in cui il più rivoluzionario degli uomini sente il bisogno di identità, di una storia, di tradizione, di camminare lungo un percorso che altri hanno fatto prima di lui. Saremo uomini con un’identità nella misura in cui saremo uomini con una memoria.

“Tradizione”! Un grido per gli uomini che vogliono costruire il futuro! Perché la forza della costruzione sarà la forza della tradizione!